Occhio secco e occhio rosso dopo intervento di cataratta
Dopo l’intervento di cataratta possono comparire alcuni disturbi, come occhio rosso e secchezza oculare. E’ normale avere qualche disturbo dopo l’operazione, specialmente nelle prime settimane.
Disturbi dopo intervento di cataratta
Una delle principali patologie che l’oculista riscontra durante la sua attività è la cataratta. Abbiamo parlato in altre sezioni del sito di cos’è la cataratta e di come si esegue l’intervento, dei comportamenti da tenere prima e dopo l’intervento di cataratta.
Nonostante quello che si pensi, infatti, la cataratta è intervento raffinato e complicato per cui, dopo l’operazione possono persistere fastidi e disturbi, derivati dal fatto che l’occhio resta infiammato a seguito del trauma chirurgico. Vogliamo con questo articolo fare chiarezza sui disturbi che compaiono dopo intervento di cataratta tra cui, principalmente, troviamo:
- come rossore,
- dolore,
- senso di sabbia,
- abbagliamento,
- fastidio neuropatico,
- senso di corpo estraneo,
- e fastidi vari post chirurgia.
Le risposte alla più comuni domande sull’intervento di cataratta sono in questa altra pagina (qui).
Il dolore e la congiuntivite dopo l’intervento di cataratta
L’occhio è notoriamente molto delicato e successivamente a interventi chirurgici non sono infatti così rari disturbi infiammatori. Di infiammazione in termini generali abbiamo parlato in questo articolo (link), al quale rimandiamo per avere un quadro generale delle cause e delle terapie utili per ridurre la sintomatologia. Per qualche settimana, e a volte qualche mese, i pazienti operati di cataratta accusare disturbi di varia entità, che vanno attentamente valutati e curati dall’oculista di riferimento.
Congiuntivite dopo intervento di cataratta
La congiuntivite è una qualsiasi infiammazione della congiuntiva, la membrana che ricopre l’occhio (se ne parla diffusamente in questo articolo – link). Dopo intervento di cataratta ci possono essere infiammazioni congiuntivali che portano a vari sintomi tra i quali dolore, rossore, bruciore, senso di corpo estraneo, pesantezza locale e altri. I disturbi di occhio secco, congiuntivite e dolore dopo intervento di cataratta sono piuttosto frequenti, durano qualche mese, e a volte richiedono cure specifiche.
L’occhio secco, ripetiamo, è una frequente condizione patologica che ha la sua base in una dislacrimia, cioè in una alterazione della lacrimazione in termini di quantità e qualità, dovuta a varie cause. Dopo aver parlato nei precedenti articolo delle cause e dell’inquadramento generale, della correlazione con osteoporosi (qui), con malattie autoimmuni (qui), vediamo ora un’altra causa molto frequente di occhio secco, cioè il dolore dell’occhio secco post operatorio, spesso associato a occhio rosso. Il dolore da occhio secco, inquadrabile come sofferenza neuropatica è stato trattato in una sezione a parte, a cui rimandiamo (link qui).
Cataratta e infiammazione occhio
occhio rosso e occhio secco dopo intervento di cataratta
L’intervento di cataratta prevede di entrare all’interno dell’occhio attraverso un piccolo tunnel, di pochi millimetri. Questo tunnel va ovviamente a ledere alcune strutture, tra cui piccoli nervi che innervano la superficie anteriore dell’occhio. I sintomi che conseguono quindi all’intervento possono essere di origine infiammatoria, e comprendono bruciore, ipersensibilità, allodinia, fotofobia, sensibilità alla luce. Il rossore oculare fa parte dei sintomi, ricordando sempre il rubor, dolor, tumor, calor come elementi di ogni infiammazione dell’organismo. La lesione chirurgica dei nervi in tutti gli interventi, non solo oculari, può portare quindi a un dolore post chirurgico persistente. Esso dovrebbe guarire entro sei mesi, ma può essere più persistente, dipendendo infatti anche da vari fattori preesistenti. Il dolore da occhio secco e da neuropatia anteriore è trattato in questa pagina a cui rimandiamo (link qui). Può essere associato o meno a occhio rosso.
L’occhio fa male e è rosso dopo l’intervento di cataratta
Da quanto scritto è facile capire che, essendo la cornea molto innervata dal trigemino, l’incidenza del dolore dopo intervento di cataratta può essere piuttosto frequente. L’occhio quindi può fare male per qualche mese a una percentuale di soggetti che può arrivare fino a 1/3 del totale. Del resto il disagio post operatorio persistente si può verificare anche dopo chirurgia laser, impianti dentali, e altre procedure. Studi dimostrano che l’associazione tra occhio secco e chirurgia della cataratta e multifattoriale e complessa. Si tratta normalmente di un dolore neuropatico, di cui parliamo estesamente in questa altra pagina (link).
Dolore dopo cataratta fattori di rischio
I fattori di rischio di questo dolore dopo l’intervento di cataratta sono la presenza di autoimmunità, il sesso femminile, disturbi del dolore cronico, uso di farmaci particolari. È bene specificare che la causa del dolore non è una procedura errata da parte del chirurgo, e che il dolore è una conseguenza naturale dell’intervento. La lesione del nervo è conseguenza inevitabile del taglio che si effettua per entrare nell’occhio al fine di asportare il cristallino e inserire la lente nuova. Tutto questo porta a una rottura della omeostasi lacrimale con innesco di processi infiammatori. Inoltre possono essere danneggiati anche le cellule dell’epitelio corneale e dell’epitelio congiuntivale e i caliciformi.
Riduzione fattori di rischio intervento cataratta
Per ridurre il rischio di dolore post operatorio ovviamente è necessario che il chirurgo proceda con molta attenzione ed eviti traumatismi inutili dei tessuti. Questo normalmente accade, dal momento che nessuno ha interesse ad eseguire un intervento non perfetto. È ovvio che per alcune cataratte piuttosto difficoltose, con quadri chirurgici complicati, questo non è sempre possibile. Inoltre è necessario intervenire sui fattori che possono provocare infiammazione. Ribadiamo ancora che il traumatismo dei tessuti è comunque una conseguenza inevitabile, e che avere dolore non significa assolutamente che l’intervento non sia andato bene né che il chirurgo abbia compiuto manovre inopportune. La chirurgia della cataratta è molto raffinata e i chirurghi che la eseguono normalmente sono molto esperti, i risultati sono costanti e di alto livello. Non è dal dolore post operatorio che si giudica l’intervento. Dobbiamo infine considerare che la luce del microscopio usato in sede di intervento può temporaneamente lesiva.
Preparazione all’intervento di cataratta
Chi ha letto gli articoli di questo sito saprà come lo stile di vita corretto, unitamente alla dieta adeguata antiinfiammatoria (link), ha una grande efficacia antinfiammatoria e immuno-modulatoria. Per cui come regola generale bisognerebbe correggere lo stile di vita a fini preventivi di qualsiasi condizione patologica. Inoltre sarebbe inutile sospendere il fumo (che con gli occhi non va proprio d’accordo, ne parliamo qui: link) , almeno qualche mese prima, eliminare i disturbi del sonno, e di curare tutte quelle condizioni della superficie anteriore infiammatorie.
Curare la superficie oculare prima dell’intervento
congiuntivite cronica e operazione di cataratta
Meibomian gland disease occhio secco e cataratta
La preparazione della superficie oculare prima dell’intervento sarebbe auspicabile, nel caso di presenza di condizioni patologiche. In particolare bisogna ridurre l’infiammazione dovuta a occhio secco, congiuntivite cronica, allergie, tramite trattamenti farmacologici adeguati e dieta corretta (di dieta e infiammazione ne parliamo qui: link). La terapia preoperatoria comunque è impostata dal chirurgo negli ultimi giorni secondo schemi che ritiene opportuni al fine di minimizzare il rischio di complicanze. Sarebbe bene usare sempre colliri senza conservanti, quando possibile. La maggior parte dei soggetti che lamentano dolore dopo la cataratta hanno una alterazione dei parametri lacrimale prima dell’intervento, anche se asintomatica, per cui si esacerba un latente quadro infiammatorio pre-esistente, a volte difficilmente inquadrabile prima dell’intervento. Spesso è presente una malattia delle ghiandole di Mebomio (Meibomian Gland Disease, ne parliamo in questa pagina – link) che andrebbe trattata. C’è, del resto, poca letteratura sull’uso di lubrificanti oculari applicati prima dell’intervento di cataratta e la loro efficacia, quindi l’uso di lacrime artificiali pare attualmente controverso.
Dolore e disturbi post cataratta terapia
Come rimediare al dolore dopo intervento di cataratta
CIclosporina e autosiero
Per ripristinare un buon comfort dopo l’intervento di cataratta ed eliminare il dolore, si possono usare numerosi presidi farmacologici in collirio, molti dei quali sono descritti nel capitolo delle congiuntiviti a cui rimandiamo (link). Ricordiamo soltanto cortisonici, antinfiammatori non steroidei, lacrime artificiali. Nei casi più resistenti si può ricorrere alla ciclosporina, anche a bassi dosaggi, e all’autosiero, che trovate descritte nelle pagine relative (cliccare sul nome per aprirle). Inoltre tutti quei rimedi che possono essere utili nella secchezza oculare, quindi l’integrazione di elementi naturali antiossidanti, di omega-3, e gli antiinfiammatori può essere utile. Rimandiamo dunque a quanto abbiamo scritto in questa pagina riferendoci a un lavoro che valuta questi aspetti di alimentazione e alla dieta nell’occhio secco (clicca qui). Utilissima pare essere anche la vitamina B, che ha proprietà rigenerative sui nervi e antidolorifiche, e probabilmente la PEA (Palmitoiletanolammide). Potrebbe essere utile anche un collirio a base di lattoferrina, una glicoproteina presente nel film lacrimale che ha un’azione antinfiammatoria e antimicrobica. Le lenti a contatto e il bendaggio, spesso utilizzati in oculistica per la gestione dei difetti epiteliali persistenti della cornea, non vengono spesso utilizzate dopo interventi a causa della possibilità di infezione microbica post operatoria.
Quanto durano occhio rosso e occhio secco dopo intervento di cataratta
Il risultato delle cure ovviamente non è immediato, dal momento che ci vuole qualche settimana (a volte mesi) per ripristinare una lacrimazione adeguata che possa lubrificare l’occhio eliminando i disturbi. Sicuramente bisogna seguire scrupolosamente tutte le terapie che l’oculista prescrive, e correggere lo stile di vita in senso antinfiammatorio, curando anche l’alimentazione. Nei casi più resistenti bisognerà consultare il reumatologo, ed eventualmente procedere ad indagini di secondo livello. L’inquadramento quindi di questa situazione cronica persistente diventa quindi simile a quella dell’occhio secco, a cui rimandiamo per gli approfondimenti (link qui).
percentuale e dosaggi Ciclosporina in collirio per occhio secco
post intervento di cataratta
La ciclosporina, di cui parliamo abbondantemente in altri paragrafi, è un’arma importante nella gestione del dolore post operatorio di occhio secco. L’infiammazione è una componente chiave nella fisiopatologia dell’occhio secco. La ciclosporina, un peptide originato da funghi, ha effetti immunosoppressivi inibendo l’attivazione dei linfociti T e le conseguenti sequele proinfiammatorie a valle. I colliri a base di ciclosporina si sono dimostrati efficaci nella gestione dell’occhio secco. Si possono usare anche dosaggi minimi (0,05% due volte al giorno, ma è variabile la percentuale). E’ un collirio che in Italia non si trova in commercio, ed è quindi necessario che sia preparato da farmacie abilitate. Leggere la pagina dedicata agli approfondimenti in tema di ciclosporina la trovate in questa pagina cliccando qui.
Autosiero collirio siero autologo/eterologo in occhio secco
dopo intervento di cataratta
Di fondamentale importanza risulta, invece, essere l’autosiero, collirio detto anche siero autologo, per l’occhio secco. È un collirio che viene ottenuto dal proprio sangue (o da donatore) mediante lavorazione ed estrazione del siero, che contiene numerose sostanze nutritive nei confronti delle strutture anteriori della superficie oculare. Può essere considerata un’arma nella battaglia del dolore post intervento di cataratta. Tutte le informazioni su autosiero collirio e siero eterologo le trovate cliccando qui.
correzione dietetica nell’occhio secco
L’alimentazione ovviamente spesso entra in tutte le malattie dell’organismo, comprese quelle oculari e l’occhio secco. Sapete bene quanto noi insistiamo su questo punto, tanto che tutto il sito è incentrato sul discorso alimentazione preventiva anche per le malattie oculari (qui). Trovate gli articoli che approfondiscono questo aspetto in questa pagina. Non è infatti da sottolineare l’infiammazione di basso grado indotta da squilibri alimentari e del microbiota intestinale insieme al microbiota oculare.
Inoltre si è dimostrato che alcune sostanze alterano, positivamente, il profilo metabolomico (un nuovissimo campo di ricerca molecolare) nei pazienti con occhio secco e blefariti (link). Le integrazioni alimentari devono essere quindi prese in seria considerazione.
Probiotici prebiotici e occhio secco
Anche di questo tema abbiamo scritto una pagina intera, alla quale rimandiamo (click qui). Pare infatti che i probiotici e i prebiotici siano aiuto importante nella terapia di sostegno dell’occhio secco. Ovviamente questo è strettamente legato al discorso di quanto il microbiota intestinale possa influenzare il livello generale infiammatorio dell’organismo, come spiegato, ad esempio, in questa pagina che parla della diversità delle popolazioni del microbiota intestinale nei pazienti con occhio secco (qui).
Vitamine in occhio secco
Inoltre le vitamine possono essere piuttosto utili nel sostegno dei pazienti con occhio secco. È dimostrato infatti che la vitamina B possa modulare il dolore neuropatico dei pazienti sofferenti di occhio secco, mentre la vitamina D migliora l’efficacia delle terapie topiche. Date una occhiata alla sezione occhio secco e vitamine per gli approfondimenti (Qui).
Cure naturali per occhio secco
Numerosi studi dimostrano che le malattie oculari trarrebbero beneficio dall’assunzione anche di elementi naturali; per questo abbiamo deciso di scrivere numerosi articoli in materia che trovate a questo link, nella pagina rimedi naturali per occhi. Si possono comunque liberamente provare colliri a base di Camomilla, Euhprasia, Perilla e altre piante medicamentose. Anche il Ginseng pare aver un qualche effetto antinifiammatorio (come scritto in queste pagine). Anche i polifenoli (té verde, uva, glicerolo monolaurato e altri) possono essere utili, come del resto per la secchezza oculare. Da non sottovalutare la PEA, Palmitoiletanolamide, per gli effetti anti dolore neuropatico utile anche nei disturbi dopo l’intervento di cataratta.
Si può guarire dall’occhio secco post cataratta?
I risultati delle terapie per occhio secco in generale, compreso quello post operazione di cataratta, purtroppo, spesso non sono immediati, ma richiedono tempo. Il più delle volte, però, si arriva a un miglioramento soggettivo-clinico di tutto rispetto, che garantisce al paziente una qualità di vita insperata. La guarigione è dipendente da molti fattori, quali il tempo di insorgenza e di intervento, la risposta personale alle terapie, lo stile di vita e la presenza di malattie curabili o meno, come le autoimmuni.
Inoltre fa parte degli articoli inerenti la cataratta e l’intervento, che trovate QUI.
Riferimenti bibliografici
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3663058/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6995282/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5580934/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7549290/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7549290/Copyrught The Author (s) 2020 Questo articolo è distribuito secondo i termini della licenza Creative Commons Attribution 4.0 ( https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/ ) che consente qualsiasi utilizzo, riproduzione e distribuzione dell’opera senza ulteriore autorizzazione a condizione che l’opera originale sia attribuita come specificato nelle pagine SAGE e Open Access ( https://us.sagepub.com/en-us/nam/open-access-at-sage ).
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Dott. Alberto Lanfernini – Oculista
Faenza – Ravenna – Riolo Terme – Pesaro

Dott.ssa Annalisa Moscariello – Oculista
Ravenna – Faenza – Pesaro
